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I Leader del miglioramento Lean, gli esperti motivazionali, sono consapevoli di avere un importante strumento da utilizzare per innescare un cambiamento nelle persone e nei team di lavoro, facilitando il lavoro di team working.
Nei progetti di miglioramento, nelle attività Lean può succedere di frequente di avere situazioni statiche in cui i membri di un team fanno fatica ad esprimere il loro pensiero e a collaborare con un vero spirito di gruppo libero da vincoli.
Il termine “conflitto” evoca discordia e tensione, un fattore da evitare per avere una condizione ottimale di collaborazione, incredibilmente invece il conflitto può essere un potente alleato per smuovere una situazione altrimenti bloccata.
Spesso in una situazione iniziale statica si utilizzano tecniche di attivazione di un conflitto, guidato, che aiuta a liberare potenziali capacità.
Il conflitto può essere il peggior nemico, se non si è in grado di gestirlo e di conoscere le tecniche appropriate o il migliore amico, dipende esclusivamente da come lo utilizzi.
Il conflitto può creare disordini e tensioni, ma un leader competente e consapevole è in grado di guidare il conflitto e può incentrarlo sul dibattito del gruppo e sulle idee che emergono.
Il consenso immediato da parte di tutti all’apparenza può sembrare l’ideale in un contesto di lavoro di gruppo, nasconde invece aspetti negativi e povertà di idee, lo svantaggio di un accordo costante soffoca il pensiero critico e libero dai vincoli, inibisce la spinta necessaria per il cambiamento e non fa’ emergere le capacità dei singoli.
Quando i team di lavoro danno priorità all’armonia rispetto al vero dibattito, perdono l’opportunità di trovare soluzioni di valore.
Padroneggiare conversazioni difficili è la vera capacità di un leader che deve innescare il cambiamento non il contrario, come molti pensano.
I membri del team non devono sopprimere i loro punti di vista altrimenti non riusciranno ad analizzare criticamente le alternative dando priorità esclusivamente al consenso comune.

Per coloro che sono chiamati a guidare un cambiamento sistemico, saper applicare il “conflitto produttivo” può cambiare le regole del gioco e innescare una fonte inesauribile di idee nel gruppo.

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In tutti i progetti di miglioramento sia che siano operativi che formativi è indispensabile applicare tecniche di Facilitazione e Coinvolgimento.

Uno di questi sistemi prende il nome di Rapid Mass Engagement RME, questa tipologia di approccio crea coinvolgimento diretto dei dipendenti e “tira” il miglioramento continuo dal basso verso l’alto e non dall’alto verso il basso.

“Perché vendere qualcosa ai dipendenti se l’hanno già acquistato?”

La metodologia comprende standard comportamentali che codificano la cultura creata dai dipendenti, che è più specifica e significativa dal punto di vista comportamentale rispetto ai valori aziendali top-down e quindi aumenta la responsabilità diretta.

La metodologia di miglioramento è diretta e misura i risultati in tempo reale in situazioni di lavoro concrete con cicli di feedback ripetuti in modo permanente e continuo facendo emergere opportunità di miglioramento.

Questo sistema è progettato per superare i limiti che frustrano i teorici della materia.

Un esempio è il dover fare affidamento esclusivamente su forme di misurazione indirette come le indagini che devono essere interpretate e che soffrono della mancanza di opportunità di follow-up concrete e reali.

Il Rapid Mass Engagement è una forma deliberata di differenziazione, crea un approccio che rispetta la cultura locale e la lingua dei dipendenti; non è una sfida per l’integrazione aziendale tra diverse sedi, anche necessaria, ma è una via più significativa per creare coinvolgimento, responsabilità e motivazione per i dipendenti.

Il Rapid Mass Engagement impedisce ai dipendenti maggiormente coinvolti di scontrarsi con le barriere di policy/processo inamovibili delle società, specie padronali, per apportare miglioramenti.